martedì 20 marzo 2012

INIZIATIVA Definizione di W.J.GOETHE


Fino a che uno non si compromette, c'è esitazione, possibilità di tornare indietro e sempre INEFFICACIA.
Rispetto ad ogni atto di iniziativa (e creazione) c'è solo UNA VERITA' ELEMENTARE, l'ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani.
Nel momento in cui uno si compromette definitivamente, anche la provvidenza si muove. Ogni sorta di cose accade per aiutare, cose che altrimenti non sarebbero mai accadute. Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione, facendo sorgere a nostro favore ogni tipo di incidenti imprevedibili, incontri e assistenza materiale, che nessuno avrebbe sognato potessero venire in questo modo.
Tutto quello che puoi fare, O SOGNARE DI POTER FARE, incomincialo.
Il coraggio ha in se GENIO, POTERE E MAGIA.
INCOMINCIA ADESSO.
W.J. Goethe
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Ho letto e riletto questa definizione, o meglio, queste considerazioni di Goethe sulle cause e sugli effetti di ogni "iniziativa" e mi sono domandata quali personaggi storici gli possono aver ispirato tutto ciò. Forse avrà ricordato la famosa frase "il dado è tratto" attribuita a Giulio Cesare che l'avrebbe proferita dopo aver varcato il fiume Rubicone il 10 gennaio del 49 a.C., alla testa di un esercito, dando così il via alla seconda guerra civile, usando le parole latine: "alea iacta est". Oppure avrà pensato a Giovanna d'Arco, l'eroina nazionale francese (6/1/1412-30/5/1431), la pulzella d'Orleans, che, durante la guerra francese dei 100 anni, decise di guidare le armate francesi contro quelle inglesi per riunire alla Francia dei territori caduti in mano agli inglesi. Purtroppo fu venduta agli inglesi che la sottoposero a processo per eresia , condannata al rogo e arsa viva. Beatificata nel 1909, canonizzata nel 1920 e proclamata patrona di Francia. Chissà quanti altri riferimenti ci può dare la Storia o, semplicemente, la vita di molti esseri umani. La mia personale interpretazione è che queste considerazioni sulla "iniziativa" sono e saranno sempre valide ma anche che la civiltà moderna con tutte le sue invenzioni, dovrebbe aver superato l'epoca delle rivoluzioni e delle guerre; rivendicare i diritti dovrebbe avvenire con il dialogo fra le parti in causa. Purtroppo non è così neanche ora. Ci sono tecnologie sempre più avanzate , invenzioni e metodi che hanno migliorato il lavoro e la vita quotidiana, ma è aumentato e dilagato l'egoismo individuale. Gli insegnamenti delle trasmissioni TV non hanno certo aiutato in tal senso; la crisi mondiale e italiana in particolare chiude tutti a risolvere i propri problemi senza più considerare quelli delle altre fasce sociali o fasce d'età. Ecco che gli anziani come me si sentono sempre più soli ed emarginati. Forse, il nostro malessere è percepito dai sindacati che, nati per dare dignità al lavoro, ai lavoratori, alle donne, percepiscono, prima di altri soggetti, i mutamenti veloci della società moderna. Ben venga moderazione, dialogo ma anche presa di coscienza e ricerca di soluzioni.




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