mercoledì 29 settembre 2010

UNA SCENA DELLO SCENEGGIATO SUL TRIO LESCANO OVVERO IL RICORDO DI UNA NOVELLA DEL 1957

Questa sera ho acceso la tv molto tardi. Su rai 1 trasmettevano uno sceneggiato sul Trio Lescano in voga negli anni della seconda Guerra Mondiale. La prima scena che mi si è presentata era sulla cattura di un giovanotto , forse un fascista, fatta da partigiani che cantavano la bella canzone –Bella ciao- ma ho avuto l’impressione che la scena preannunciasse una fucilazione e d’improvviso mi sono ricordata di un racconto scritto nel dopoguerra, dal cappellano militare amico di mio padre, una delle tante che, ragazzina dodicenne, ascoltavo con partecipazione e commozione. Ora la ricopio dal suo volume intitolato-Novelle del 2000 edizione 1957. Purtroppo da alcuni giorni mi sono accorta di aver perso l’altro suo volume con la dedica fatta a me personalmente intitolato –Memorie dal Kenia- . Quando non l’ho più ritrovato, in piena notte perché non riuscivo a dormire, ho pianto diverse ore e mi si è rinnovato il dispiacere immenso ed inconsolabile di quando sono stata informata dai miei genitori, seduti in cucina affranti, della sua morte improvvisa per infarto a soli 58 anni; pochi giorni prima era venuto appositamente a trovarmi per benedire il mio bambino di 40 giorni. Capisco ora che in quel momento, inconsapevolmente, piangevo l’unica persona che mi avrebbe voluto veramente bene nella mia vita accettandomi così come ero e come sento di essere ancora oggi a quasi 70 anni.

SEPPELLIRE I MORTI

Una coppia di robusti maggiolini stava rientrando da una festa di gala, tenuta in una vigna, abbellita da numerosi alberi di pesco. Erano talmente ebbri di profumo e di danze aeree da non poter volare in alto sul ciliegio avito, dove avevano dimora primaverile. Con le antenne abbassate, camminavano impacciati in mezzo all’erba: il loro dorso aveva perduto la solita lucentezza. Tutta colpa di quei fiori voluttuosi di sambuco, se avevano commesso mille pazzie…..Marito e moglie avevano gli stessi pensieri, ma non si scambiavano una parola. Finalmente giunsero ai piedi del ciliegio e si fermarono perché, in quel momento, intorno all’albero, si svolgeva un nero corteo di formiche che stavano dando sepoltura a delle proprie compagne, morte in combattimento contro uno stuolo di terribili formiche rosse. Fu allora che la maggiolina, per una associazione d’idee (come quelle che vengono attribuite agli insetti nelle favole), rivolse la parola al marito. –Chissà quale brutta fine faranno quei due storditi maggiolini innamorati che per distrazione si sono fatti acchiappare da quel ragazzo sempre in cerca di insetti?- Poi esclamò ancora – Ah! Quell’odioso ragazzo! Può aspettare invano che io gli dica dove è sepolto suo padre! -Come?- fece il maschio – e non mi hai detto nulla di cio’?-

Oh! E’ una vecchia storia, che mi ha narrato mia madre; ma il fatto risale addirittura ai miei avi. Alcune primavere or sono, una mia ava abitava su quella quercia a destra, ma cambiò dimora in seguito a un fatto…… Un mattino tutti i viventi alati, che abitavano sulla quercia, vennero disturbati da un vociare. Erano degli uomini , armati, che spingevano, davanti a sé, un altro uomo legato alle mani, Quell’uomo guardava in alto, verso il sole, e non piangeva. Venne fatto inginocchiare. Allora i maggiolini sentirono un tuono e videro delle fiamme. Molti nostri antenati caddero sul corpo dell’uomo e si inzupparono di una rugiada rossa, mai conosciuta. Gli uomini armati se ne andarono, lasciando quell’uomo steso a terra. –E poi? Dove è andato quell’uomo?- Interruppe il marito sempre più incuriosito. –Vi sono ancora le sue ossa;-riprese la moglie- anzi, ricordo che, quando dovetti aprirmi un varco nel terreno, per venire alla luce, vi era un piastrino di ferro, che mi impediva di uscire….E’ su quel piastrino di ferro che ho scoperto il segreto. Quell’uomo era il padre di quel crudele ragazzo, che cattura maggiolini e che cercava di ucciderci………… Tu arrampicati su per prima, mentre io mi do una ripulita alle ali, sporche di fango – disse il maggiolino. E, quando vide la moglie chiacchierare con un gruppo di allegre amiche, egli, radunate tutte le forze, decollò magnificamente, dirigendosi verso il sambuco. Il ragazzo era ancora là; seduto, contava le prede catturate poste in scatola. Il maggiolino gli volteggiò arditamente intorno al capo ed andò poi a posarsi sul sambuco. Il ragazzo lo vide, tese tutti i muscoli e…zach! Con una manata portò via numerose foglie di quercia ed il maggiolino. Lo slancio era stato troppo forte ed il ragazzo, cadendo a terra, allargò il palmo della mano, da dove uscì l’insetto tramortito, che, con volo pesante, radente la terra, sorvolò un oggetto lucente…..Il fanciullo vide un piastrino militare e lo raccattò subito….Egli si sbiancò in viso e rimase per qualche minuto come inebetito. Stentava a credere! Sulla targhetta metallica stava scritto il nome e cognome di suo padre! I suoi occhi si posarono su delle ossa sparse. Quel cranio e quelle ossa erano di suo padre….. Con un grido, il ragazzo si precipitò di corsa verso la casa lontana.

All’imbrunire, quando il maggiolino, accompagnato dal chiarore delle lucciole, riuscì a raggiugere l’alto del ciliegio, venne apostrofato dalla moglie: -non era ancora finita la festa per te?! Dove sei andato?- Esso rispose: -Sono stato a compiere una sepoltura, che gli uomini avevano dimenticato di fare!- Poi, infilatosi nel fiore, che gli serviva da dimora, piombò in un sonno ristoratore, mentre una lucciola, rimasta accanto a lui, cangiava la luce rossa in azzurra per cullargli il sonno.

LA CANZONE DI MARCO MASINI – T’INNAMORERAI

Questa mattina, in macchina, ho ascoltato la canzone di Marco Masini – T’innamorerai-(che consiglio)
Ridicolo ed assurdo che alla mia bell’età mi commuova ascoltando una canzone che parla di giovinezza ed emozioni che non avrò più.
Assurdo che io abbia subito decenni di violenze psicologiche (forse più devastanti di quelle fisiche) in famiglia ed in ufficio e sia stata tanto forte e determinata da sopportarle e superarle!
Ora basta! Non posso piangere e gridare –rivoglio la mia vita!- come a 40 anni ed un pezzo di vita c’era ancora, ma posso gridare il mio disagio, la mia amarezza, la mia delusione:
Non sono nata senza diritti (intendo in tutti i campi del vivere di un essere umano)!
Non sono nata per sopportare sgarbi inutili, umiliazioni e mortificazioni immotivate, derisioni, ingiustizie.
Sono veramente allibita, stupita, sbigottita, esterefatta……..schifata dal dilagare dell’egoismo , malvagità, perfidia, corruzione, intrallazzi ed intrighi vari!!!!

lunedì 27 settembre 2010

UNA REDIVIVA “MADRE DEI GRACCHI” DEL 1940





• Questa lettera non ha bisogno di commenti ma solo di alcune considerazioni mie e di chi riesce a leggere tra le righe.
• E’ un documento storico.
• E’ datata 20/6/1940 cioè 10 giorni dopo la dichiarazione di guerra (la Seconda Guerra Mondiale)
• La calligrafia di questa mia prozia è un capolavoro e la lettera andrebbe incorniciata.
• Il discorso è fluente in un italiano perfetto (forse sempre più in disuso grazie al regredire culturale delle TV)
• Non emergono sentimenti di disperazione, paura, rabbia o ribellione agli eventi.
• Emergono invece presa di coscienza, accettazione e traspare una parvenza di orgoglio per questi 3 figli che hanno già ricevuto il richiamo alle armi e la destinazione; un pizzico di orgoglio che, nel Post Scriptum, viene riconosciuto anche alla cognata (mia nonna), madre di quel pilota (mio zio ufficiale dell’aviazione militare in anni in cui gli aviatori erano mitizzati) che sorvola a bassa quota la sua casa.
• La fotografia successiva è appunto la proprietà della prozia ripresa dall’aereo di mio zio in quell’occasione.



sabato 18 settembre 2010

UNA VECCHIA RADIO ED I MILLE RICORDI CHE RIAFFIORANO

Quella vecchia radio, acquistata nel 1936, della quale ho parlato ieri, è poi stata sostituita da mio padre nel 1955. Purtroppo quella nuova non aveva il giradischi da me tanto desiderato. Per me era stata una piccola delusione ed una breve infelicità. Dopo un paio d’anni, uno zio affettuosissimo, per la promozione mi regalò un giradischi portatile, un po’ ingombrante e gracchiante, ma potevo finalmente ascoltare: il tuo bacio è come un rock di Adriano Celentano, love me tender di Elvis Presley, luna caprese di Peppino di Capri e tante altre per me ancora bellissime.
Comunque, in quegli anni, la musica si sentiva anche per strada; le persone cantavano canzonette pedalando e le note delle melodie di successo uscivano dagli usci e dalle finestre aperte. Magic Moments, cantata da Perry Como (era il 1957 ed avevo 15 anni ) mi accompagnava, ogni sabato o domenica da casa mia a casa della nonna (nata nel 1876). La nonna al mio arrivo si allontanava dalla televisione; lei guardava tutto in quella scatola magica che aveva rivoluzionato la sua vita, fino al comparire della sigla di chiusura delle trasmissioni, guardava anche le corse automobilistiche!.
Quando arrivavo io si sedeva sul divano vicino a me i mi raccontava dei balli ai quali partecipava a fine ‘800, dei suoi vestiti per l’occasione, dei ventagli e delle frasi gentili che i giovanotti avrebbero voluto scrivere sul suo ventaglio, ma lei non lo permetteva!
Per me erano favole meravigliose! Mi tornano in mente quei versi incomparabili di Leopardi:

Silvia rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi
………

Questo è quel mondo? Questi
i diletti , l’amor, l’opre, gli eventi
onde cotanto ragionammo insieme?
Queste le sorti dell’umane genti?
………..

Questi versi mi commuovono ancora come tanti anni fa, ma nello stesso tempo, dopo una vita di speranze disattese, mi caricano di rabbia e di ribellione; decido in questo momento che forse c’è un ulteriore opzione per distruggere o smuovere gli egoismi dilaganti ed il malcostume: l’opzione D
D – Posso studiare su Internet, con chi la pensa come me, come si fanno i fuochi artificiali (non ho detto le bombe artigianali, sia ben chiaro!!!!) e provocare un gran baccano per far ascoltare la mia voce e quella di milioni di persone che non sono mai state ascoltate e che hanno subito gli eventi : sprechi ovunque, bolla finanziaria , rivoluzione industriale e poi rivoluzione informatica, mangerie e appropriazioni indebite in tutti i settori della società, corruzione a tutti i livelli ecc…ecc… Forse qualcuno si ravvederà!!!
Se io scrivo i miei pensieri con Word e miracolosamente compaiono su di un foglio che prima era bianco, chissà, i nostri piccoli desideri, le nostre modeste aspirazioni , finalmente si concretizzeranno.
Io, continuerò , da sola come sempre, a ragionar di diletti, amor, opre, eventi perché la mia fantasia scatenata non potrà mai imbrigliarla nessuno, neanche chi comanda il Mondo, l’Italia, il Comune, una ditta o un nucleo familiare.

mercoledì 15 settembre 2010

Amletici dubbi del collerico Grillo Parlante n° 3

Ritengo che, giustamente, un’altra forza politica oltre alla Lega, debba trovare il proprio gesto di riconoscimento.
Suggerisco il “gesto dell’ombrello” che secondo me è il più adatto!
Aspettiamoci messaggi subliminali a iosa dato i potenti mezzi di persuasione (o comunicazione?) che possiede sia in termini di tecnologia avanzata che per il fascino e carisma del CAPO.
Il gesto sarà più che mai compreso e messo in uso da molti!
Sarà però condiviso anche dal popolo dei pensionati che forse ha smesso di illudersi che fosse arrivato il MESSIA?

Amletici dubbi del collerico Grillo Parlante n° 2

Ufficializzato ed inviato un messaggio subliminale a tutto il popolo della Lega (e non) con il servizio su Rai2 del 13/9 nel tg delle 20,30, sul gesto del dito medio alzato.
Sarà, giustamente, il saluto col quale si riconosceranno tutti loro e sarà consigliato a tutti i cittadini.
Naturalmente con buona pace del pugno chiuso o del braccio teso!
Chissà mai: dopo 9 decenni la smetteranno di guerreggiar tra loro due e si adegueranno?

Amletici dubbi del collerico Grillo Parlante n° 1

SDOGANAMENTO UFFICIALE DEL SIGNORILE GESTO DEL DITO MEDIO ALZATO

Questa sera al TG2 ho visto un servizio di alcuni minuti dell’uso diffuso, in particolare da parte di politici ed altre personalità, del dito medio alzato.
Ora, dopo questo sdoganamento permissivo da parte della televisione di stato o di ….chissà chi……tutti noi potremo utilizzare questo inequivocabile insulto.
Personalmente, per l’ennesima volta e su diversi argomenti e fatti di cronaca, sono rimasta sbalordita, allibita, esterrefatta, veramente schifata.
Avanti tutta …….così!!!!
I nostri figli, con questi insegnamenti, vivranno in una società davvero edificante.
Nessuno si rende conto che ci stanno lobotomizzando e che, in tanti, siamo gli schiavi del 3° millennio!!

Un grillo parlante incollerito pronto a tirare indietro 2 martelli se qualcuno osa lanciarne uno.

Qualcuno si rende conto che ci stanno lobotomizzando e che, in tanti, siamo gli schiavi del terzo millennio?

Le due bandiere

Negli ultimi mesi ho scritto pochissimi “Pensieri della notte” perché impegnata in tante cose tra cui riordinare la corrispondenza di mio padre. Questo che ricopio è un breve racconto inviatogli, tanti anni fa, dal suo più grande amico : un Cappellano Militare che, nella Seconda Guerra Mondiale, era stato prigioniero in Kenia.
LE DUE BANDIERE
Una vecchia bandiera, crivellata di colpi e lacera, veniva trasportata al Cimitero della Bandiere.
Per via s’incontrò con uno stuolo di giovani bandiere di ogni colore.
"L’emblema del dispotismo se ne va-gridarono queste- e nessuno lo rimpiange! Il nostro arrivo è salutato dal suffragio universale. La nostra genitrice è la libertà!".
La vecchia bandiera, con grave murmure, garrì alle giovani millantatrici:
Dalla putrida carogna di un superbo cavallo da guerra ho visto sciamare un nugolo di giovani vespe, le quali gridavano "Siamo figlie della Vittoria". Per il suffragio universale siete in troppe! Quanto a me, chi mi doveva rimpiangere è morto difendendomi!