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venerdì 22 maggio 2020

LETTERA MANOSCRITTA DEL 1961-CONGRATULAZIONI PER IL DIPLOMA-ALOJA MARILISA

Anche oggi, anzi ieri 21/5/2020 giovedì, dato che è passata la mezzanotte, ho dedicato qualche ora a smistare vecchia corrispondenza conservata dai miei genitori e così ho ritrovato e riletto le lettere inviatemi dagli zii e dalla nonna paterna per congratularsi con me per il diploma in Ragioneria conseguito a luglio 1961. Vicino alla lettera avevano spillato il biglietto da visita con già stampato il titolo appena conseguito e .....l'irriverente presa in giro per i bei voti, scritta da mio cugino Salvatore (Rino) Aloja più grande di me di 6 anni. (Questa sera vinco un certo malessere insolito dedicandomi a compiti non faticosi)

mercoledì 20 maggio 2020

LETTERA MANOSCRITTA DEL 1957 DA UNA SEDICENNE-ALOJA MARILISA

Oggi ho trovato una cartelletta contenente vecchia corrispondenza raccolta in casa dei miei genitori quando loro non c'erano più e che non avevo ancora smistato. Pubblico una mia lettera del 20/7/1958 alla nonna e agli zii materni scritta nel luglio 1958, che rappresenta l'importanza degli affetti familiari di quell'epoca o, comunque,l'affetto di una sedicenne, cioè io, verso la nonna, tutti gli zii e le zie sia materni che paterni e questi affetti erano il "tesoro" che ogni ragazzo e ragazza aveva in dote nascendo in un'epoca in cui c'era meno benessere ma principi e valori che aiutavano ad affrontare la vita. Gli ANZIANI non cadevano come foglie autunnali scosse dai venti del "Covid - 19"!!!

giovedì 19 giugno 2014

LETTERE DEL PASSATO....RICORDI E RIMPIANTI....


La notte era così lunga, l'alba non arrivava mai....e così ho cercato vecchia corrispondenza sperando di vincere la solitudine e il senso inguaribile di sconfitta!

Perchè ho dormito così poco? Perchè svegliandomi ho cercato di consolarmi sfogliando vecchia corrispondenza? Perchè entrando nel mondo degli adulti non ho saputo difendermi? Perchè lotto ancora vivendo come sempre nell'ansia? A questa domanda so rispondere: perchè voglio....devo....difendere ed aiutare i miei figli e....nipotini....altro non spero....altro non voglio!

mercoledì 3 luglio 2013

LETTERE E CARTOLINE DEGLI ANNI '30 DALL'AFRICA (N.3)

In queste cartoline il tempo non ha sbiadito la scrittura a mano di chi le ha spedite ed è ben leggibile, ma trascriverò ugualmente i 2 testi. Quello che desidero precisare, prima di proseguire, è che non c'è nessun motivo di parte o politico che mi ha spinto, da qualche sera, a "Postare" questa vecchia corrispondenza. Dipende solo dalla mia grande passione per la "STORIA" di tutte le epoche; non si tratta della passione di uno studioso molto preparato su alcuni o tutti i periodi storici ma, se analizzo con sincerità questa mia passione, è semplicemente il desiderio di sentire raccontare di altre epoche e capire la mentalità e le azioni delle persone che vi  hanno vissuto. Probabilmente, e molto semplicemente perchè, la Storia mi è sempre sembrata " Il racconto di tante favole" quelle che mi piacevano da bambina e che parlavano di Re e Regine o di guerre e rivoluzioni. 
1° Cartolina): 3-1-'37  con affetto contraccambio cordiali saluti a Lei ed in special modo alla sua carissima mamma che sempre ricordo.
Anche voi che leggete, notate, quanta educazione e rispetto traspare dalle poche parole? Io trovo così commoventi i saluti rivolti alla mamma del superiore o del collega; erano giovani uomini lontani da casa che probabilmente sentivano nostalgia degli affetti familiari.
2° Cartolina Postale Per Le Forze Armate Africa Orientale): Adua 19-8-36 XIV  Appresi dai giornali del nostro Sig.Colonnello e questo mi ha molto addolorato, ma speriamo che ormai sia già guarito del tutto. Ricordandomi sempre dei miei bravi superiori la saluta rispettosamente il suo cap.magg.
Anche in questa seconda cartolina traspare la partecipazione ad un problema di un superiore del reggimento di provenienza, come pure la nostalgia perchè tanto lontano da casa.
Per concludere devo ammettere che anch'io ho tanta nostalgia di epoche in cui gli esseri umani vivevano rispettandosi  e cercavano di aiutarsi vicendevolmente nelle piccole difficoltà quotidiane; credo di affermare il vero dicendo che allora c'era meno solitudine e proprio per questo meno disperazione. E' auspicabile che ritornino certi valori e in qualche ambiente laico, tipo il sindacato, c'è un aumento di interesse e ricerca in questa direzione.  (negli ambienti religiosi si è mantenuto questo impegno di aiutare gli ultimi per quegli interventi che lo stato non riesce o non può o non ha voluto fare)


lunedì 1 luglio 2013

LETTERE DEGLI ANNI '30 DALL'AFRICA (N.2)





Ecco una seconda lettera che io ho trovato molto chiarificatrice di come era la vita di coloro che andavano in missione in Africa, come del resto,deve essere anche oggi, la vita di quei militari che scelgono di partecipare alle missioni all'estero, nelle zone di guerra. Forse qualcuno troverà strano che una donna (anziana) si interessi di questioni prettamente maschili quali quelle militari, ma devo chiarire che sono cresciuta in una famiglia di militari da generazioni. Ed ecco una seconda frase di mia interpretazione della seconda lettera perchè è tutta la sera che spariscono le parole che scrivo: Questa che trascriverò è una seconda lettera particolarmente chiarificatrice di come era la vita di quei militari che sceglievano di andare in missione in Africa, e penso come sia simile alla vita, ai disagi e ai pericoli che devono affrontare i soldati italiani che scelgono di essere mandati nelle odierne missioni di guerra alle quali l'Italia deve o decide di partecipare.

Caro....., dopo moltissimo tempo mi ricordo di Te, e certamente ti meraviglierai altissimamente di ricevere questa mia. Mi devi perdonare di cuore se ti ho dimenticato per così lungo tempo. Durante l'ultimo anno e mezzo ho passato e trascorso una vitaccia da cani. Sono stato con le truppe coloniali ed ho partecipato alle operazioni di polizia coloniale contro i ribelli che infestavano l'Impero. Il guadagno che ho ottenuto facendo quella vitaccia è stato buono, ed ora te lo enumero.
1°) Mi sono preso una potente e solenne malaria, che mi ha lasciato mezzo morto per parecchio tempo.
2°) Mi sono guadagnato una pallottola in una gamba che fortunatamente non ha lasciato tracce al suo seguito dopo la guarigione.
Come vedi ho guadagnato assai stando in colonia ed andando a fare l'eroe della fifa con le truppe coloniali.
Ora mi trovo in Addis Abeba dove mi hanno trasferito di autoriyà e dove mi trovo benissimo. Presto servizio al Gabinetto di S.A.R. il Vice Re Ufficio Cifra. Posso dire di non fare nulla. Lavoro sei ore al giorno, e durante le altre ore sono libero cittadino. Presto servizio in borghese e da questo puoi dedurre come posso stare adesso.
In questi giorni ho trovato in Addis Abeba il nostro beneamato....che si trova nella milizia con il grado di aiutante, corrispondente al grado di Maresciallo ordinario nell'Esercito. Presta servizio allo Stato Maggiore e ci vediamo di frequente e  perliamo sempre di te.
Spero che risponderai a questa mia e mi racconterai quello che succede al nostro vecchio Reggimento, che ricordo sempre con piacere quantunque non sia più un Fante ma bensì un Artigliere.
Per ora in licenza non ci posso andare perchè prima voglio risolvere la mia posizione militare che ancora non è chiara.
Prevedo di andarci verso la fine dell'anno venturo o il principio del '41.
Ad ogni modo, se vai a Milano qualche volta, ti sarei grato se vai a trovare  la mia cara Mamma, che sono sicuro che ti riceverà con immenso piacere quando saprà che sei stato un mio superiore ed un mio compagno poi. Il mio indirizzo di Milano è il seguente: ...........
Non vi sto a descrivere come è fatta la città di Addis Abeba perchè è tempo sprecato. Ancora non ci capisco nulla. La città non è ancora delineata e si trova allo stato negussita. Sono in corso lavori per la costruzione della nuova città italiana, ma ci vuole ancora assai tempo prima che si possa vedere e giudicare qualche cosa. Ora ti lascio con la preghiera di porgere i miei rispettosi ossequi alla Tua signora Madre ed i miei cordiali saluti a Tuo fratello. Da me ricevi mille cordiali saluti e mille pensieri cari. In attesa di un tuo scritto credimi sono il tuo  aff/mo amico..............
Il mio nuovo indirizzo è il seguente.
Governo Generale dell'A.O.I.
Gabinetto Vicereale
Ufficio Cifra
Addis Abeba

sabato 29 giugno 2013

LETTERE DEGLI ANNI '30 DALL'AFRICA (N.1)



A partire dal 2009 ho avuto seri problemi di salute e di incomprensibili notevoli sbalzi di pressione. Sono convinta che adottando un severo regime alimentare, eliminando molte medicine e impegnando il mio tempo e il mio cervello a riordinare tutta la corrispondenza dei miei genitori di una vita intera, mi abbia aiutato a guarire e ritrovare la voglia di proseguire il faticoso cammino della vita. Ho deciso di pubblicare sul mio Blog alcune di queste lettere, quelle che più mi sembrano significative di un'epoca lontana che io credo di poter interpretare come se l'avessi vissuta in prima persona perchè ero una bambina che stava molto vicina alle nonne e zie e zii e che ascoltava i discorsi degli adulti dei quali ho conservato ricordi precisi.
Trascrivo il testo di questa prima lettera che considero un vero documento storico:
                                                             Debra Tabor li, 12-11-1937- XVI
Caro collega, dopo molto tempo mi ricordo di te e di tutti i miei vecchi compagni d'arme. Avrei voluto farlo molto tempo prima ma gli eventi di questi ultimi mesi mi hanno impedito di farmi vivo. Dal mese di Luglio ad oggi abbiamo avuto a che fare con i ribelli; nei primi giorni erano pochi e poco arditi ma poi sono aumentati di numero e di ardire e ci hanno dato da fare seriamente dato che eravamo in forze minime perchè i Battaglioni Coloniali erano usciti in rastrellamento e si trovavano seriamente impegnati con forze ribelli molto numerose e così noi eravamo soli a Debra Tabor con i nostri cannoni e con due mitragliatrici pesanti. Così i ribelli approfittando appunto che eravamo soli hanno ideato di attaccarci e dopo essersi raccolti in numero abbastanza forte, la notte del 29 settembre ci hanno accolti a dovere; il nostro forte è stato costruito per bene e munito di forti reticolati, di conseguenza si sono arrestati sotto il fuoco incrociato delle nostre mitragliatrici e sotto il fuoco a zero dei nostri pezzi. Ti puoi immaginare che macello abbiamo fatto, in conclusione sono fuggiti e a Debra non sono più venuti, ma però si sono messi a far razzia nei dintorni, ma sono partite parecchie colonne in rastrellamento e hanno distrutto  tutta la zona e hanno uccisi tutti gli indigeni che si trovavano sul loro passaggio. Ora si è rimesso tutto a posto e siamo al sicuro come prima. Ora che le cose si sono messe a posto cerco di farmi trasferire a Gondar quale addetto agli Uffici del Comando Militare di Asmara dove vi sono già dei miei amici i quali mi hanno scritto che vi è molto bisogno di sottufficiali. Ti prego di rispondere a questa mia lettera perchè ho molto piacere di ricevere tue scritte, sei stato il mio primo amico che ho avuto sotto le armi, un amico sincero. Quando mi scrivi fammi sapere le novità del mio vecchio Reggimento al quale sono e sarò sempre devoto e conserverò  sempre un grato ricordo. Ti incarico di salutarmi tutti i nostri colleghi i nostri Superiori e da me ricevi mille cordiali saluti.
Tuo aff.to amico....
N.B. Tanti saluti a tua madre ed a tuo Fratello.

venerdì 10 agosto 2012

Edoardo Bennato - Viva la Mamma


VIVA LA MAMMA
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Le parole di questa canzone si adattano moltissimo alla mia mamma. Era bella, intelligente, simpatica e tutti, o quasi tutti, le volevano bene. Avrei voluto postare un suo tema di terza o quarta elementare, scritto quando aveva circa 9 anni nel 1931 o 1932, ma la fotocopiatrice, quindi lo scanner, non funziona. Ora lo ricopio poi nei prossimi giorni mi farò aiutare a riparare il guasto.
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TEMA
Se tu possedessi una bella sommetta che ne faresti?
Svolgimento

Se io possedessi una bella sommetta non saprei quasi come spenderla, però la mia passione della tela mi costringerebbe a comprarla, mi piace tanto far camicini, sottane e tante altre cose che si possono fare con la tela! A casa quando ho un po' di tempo da poter cucire, levo dalla mia scatola un camicino che sto facendo per il mio fratellino Ulisse che ha tre anni. La mia sorellina, un giorno che stavo cucendo, mi disse: - Ma come sei brava di cucire, sembri proprio una mamma! Me ne farai uno anche per me di camicino, vero Gina?
-Si, ma sarebbe meglio una sottanina con i pizzi!
-Fa quello che vuoi tu, ed io sarò contenta, diceva la sorellina.

Non proseguo a ricopiare., è molto tardi e sono diventata molto triste. Comunque, la mamma, anche se si è sposata giovanissima, a 18 anni, poco dopo la dichiarazione di guerra a giugno 1940, aveva imparato a ricamare e cucire, quanto bastava alle mogli e future mamme per condurre la casa e crescere i figli e quando sono cambiati i tempi e la mentalità delle persone, è riuscita a realizzare in parte il suo sogno di bambina.

Tagliava e cuciva grembiulini per l'asilo, vestitine per bimbe, bellissimi grembiulini in pizzo per cameriere. Preparava un campionario, raccoglieva gli ordine nei negozi o nei primi grandi magazzini di merceria. Poi organizzava il lavoro per le sue aiutanti, tutte sue amiche, e spediva o portava direttamente, in treno all'inizio e poi con una vecchia topolino di uno zio deceduto per la quale aveva pagato ogni erede e, naturalmente provveduto alle pratiche necessarie.

Anch'io l'aiutavo a tagliare e preparare il lavoro da distribuire alle sue amiche, poco nel periodo dei miei studi perchè gli allenamenti e le gare mi impegnavano molto. L'ho aiutata di più quando mi sono impiegata, quando tornavo dall'ufficio e nei giorni festivi;a volte siamo andate assieme a fare le consegne in treno con i grembiulini nelle valigie.

Con lei sono andata la prima volta a Genova in via xx settembre dove c'era un bel negozio di vestitini per bimbi. Era semplice arrivarci perchè la via è davanti alla stazione. Con lei sono andata per la prima volta a Milano per comperare belle stoffe per una cerimonia alla quale dovevo partecipare e, dopo qualche anno, per comperare la stoffa per il mio abito da sposa: il negozio si chiamava Galtrucco. Poi abbiamo visitato il Duomo, la Rinascente e mangiato una pizza in Galleria.Forse, se scrivo della mamma mi passa un po' la tristezza e la consapevolezza della mia solitudine. Solitudine interiore anche se ho vicino persone e affetti (pochi per la verità. sarà per il mio carattere, la mia intransigenza...forse durezza)

lunedì 13 febbraio 2012

Lettera Manoscritta del 2/8/1958


Bz: 2/8/1958 Carissima, uno dei miei tanti uccellini affezionati ti avrà già avvertita che la mia risposta alla tua tanto gentile e gradita lettera, l'avresti trovata a casa. Essa è più paziente del suo autore e tu la troverai, forse, tra la grattugia del formaggio ed il cavatappi, ove la tua buona Mamma l'avrà lasciata cadere, nei momenti di lucidità mentali dati da un soffio d'aria di mezzo all'afa generale di questi giorni. C'è mancato un pelo della coda di cavallo di Sancho Pancia che ci incontrassimo al Lago di Carezza e chissà quante Karesse ci saremmo fatti! Il giorno prima c'ero stato io, mentre quando hai telefonato (i due giannizzeri me lo hanno riferito le ore 14 della stessa giornata) io ero a Merano! Ho intuito che eravate in gita e, pur provando rammarico nel non esserci incontrati almeno con il filo del telefono, sono stato talmente lieto, che non ho neppure detto "Porca Miseria!", anche perchè in quel preciso momento ho sentito una vocina che diceva:"E' permesso?" Era la Madre Superiora dell'Ospedale! Ora dovrai riprendere lo studio: io ti do il buon esempio: sto sgobbando 6 ore al giorno intorno ad un mio nuovo libro, che accontenterà molte delle tue aspettative. Stiamo vicini con il pensiero: e mentre tu dirai:"Quel poverino sta scrivendo!", io sospirerò: "Quella povera donzella sta spossandosi sui libri!". Ti prometto però che alla fine di questo mese o ai primi di settembre ci vedremo. Grazie del gradito ricordo, un bacione e tanti cari saluti. Tuo aff.mo .......

martedì 7 febbraio 2012

Lettera Manoscritta del 14/07/1959

Questa è una seconda lettera che ho sempre conservato a ricordo della mia giovinezza e che ora trascrivo perchè sia comprensibile a tutti.
Bz: 14 Luglio 1959
Presa della Bastiglia
(non della pastiglia!!)
Carissima......,
sei stata veramente tanto gentile e cara nello scrivermi; la tua è partita da Mezzana solo il giorno 13 c.m.
Dalla tua vedo con piacere che il soggiorno con il vario programma è di tuo gradimento e così per quanto riguarda ambiente e compagne di Colonia. L'armonia, la pace, la buona coscienza del dovere adempiuto, la preghiera ed il sano svago, contribuiscono al benessere fisico, spirituale, psichico e mentale, anche se non riuscirai ad applicarti, come desideri, allo studio. E ciò che ti auguro di vero cuore è appunto che tu abbia ad immagazzinare le forze necessarie per i futuri impegni: così raccoglierai anche "Fasci di Raggi di Sole" che, di nascosto, porrai nel tuo piccolo sacco per portare a casa e chiudere ben bene nel cassetto della tua cameretta perchè ti rallegrino durante l'inverno! Per quanto riguarda la tua venuta a Bolzano un avviso: dal 22 di questo mese, sino al 13 agosto sarò fuori sede in questo modo: il 23-24 per la consegna di un Cappellano, poi in esercitazioni militari estive, poi in alta montagna, poi a casa di mia sorella e...infine passerò da voi a...... Il resto lo scrivo a Cam...... Un forte abbraccio, tanti baci ed un ricordo nella preghiera.
Tua aff.mo ..........
Quanta malinconia nel rileggere queste parole, non solo perchè mi ricordano i miei anni migliori, ma anche perchè mi dicono come era diverso il mondo e il modo di relazionarsi con il prossimo.

sabato 4 febbraio 2012

Lettera Manoscritta del 22/06/1955

Nel Post del 30/1/2012 non ero riuscita a catturare questa lettera manoscritta a me tanto cara.
Questa operazione tanto semplice per i giovani che sanno tutto sui Personal/Computer, per noi anziani e, forse, per me in particolare, a volte, riesce difficoltosa. Ho conservato tante lettere manoscritte anche degli anni che hanno preceduto la seconda Guerra Mondiale, così pure le lettere che mio padre scriveva dalla prigionia in Germania e le risposte di mia madre su carta predisposta dal Campo di Concentramento, datate 1944 e 1945. Se possono essere interessanti per i miei tre gatti che mi leggono posso, un po' alla volta trasferirle sul mio Blog e creare un'etichetta che le identifichi cioè: "lettere manoscritte del passato"
Per evitarvi di leggere il Post del 30/1/12 trascrivo di nuovo il testo della lettera poichè le calligrafie del passato riescono di difficile interpretazione alle nuove generazioni.
Bari 22/6/1955
Mia cara,
quando uno è promosso, è promosso, diceva Fannullon dei Fannulloni. Per il 10 in condotta già ero stato informato dalla zia, che è rimasta TRASECOLATA, in considerazione del terremoto che avviene quando sei in casa. Ma io ti difenderò a spada tratta, tanto più che, essendo guarito, sono diventato ARCI-BALDO. Mi sei tanto cara perchè "la sincerità è la strada di ogni virtù" Mi debbo affrettare ad inviarti un mondo di baci perchè...quando ti taglierai le trecce e diventerai signorina non lo potrò più fare. Speriamo di vederci presto e di darci a delle serie letture come quella di "Topolino". Ti abbraccio. Tuo affezz.mo.....

lunedì 27 settembre 2010

UNA REDIVIVA “MADRE DEI GRACCHI” DEL 1940





• Questa lettera non ha bisogno di commenti ma solo di alcune considerazioni mie e di chi riesce a leggere tra le righe.
• E’ un documento storico.
• E’ datata 20/6/1940 cioè 10 giorni dopo la dichiarazione di guerra (la Seconda Guerra Mondiale)
• La calligrafia di questa mia prozia è un capolavoro e la lettera andrebbe incorniciata.
• Il discorso è fluente in un italiano perfetto (forse sempre più in disuso grazie al regredire culturale delle TV)
• Non emergono sentimenti di disperazione, paura, rabbia o ribellione agli eventi.
• Emergono invece presa di coscienza, accettazione e traspare una parvenza di orgoglio per questi 3 figli che hanno già ricevuto il richiamo alle armi e la destinazione; un pizzico di orgoglio che, nel Post Scriptum, viene riconosciuto anche alla cognata (mia nonna), madre di quel pilota (mio zio ufficiale dell’aviazione militare in anni in cui gli aviatori erano mitizzati) che sorvola a bassa quota la sua casa.
• La fotografia successiva è appunto la proprietà della prozia ripresa dall’aereo di mio zio in quell’occasione.