lunedì 1 luglio 2013

LETTERE DEGLI ANNI '30 DALL'AFRICA (N.2)





Ecco una seconda lettera che io ho trovato molto chiarificatrice di come era la vita di coloro che andavano in missione in Africa, come del resto,deve essere anche oggi, la vita di quei militari che scelgono di partecipare alle missioni all'estero, nelle zone di guerra. Forse qualcuno troverà strano che una donna (anziana) si interessi di questioni prettamente maschili quali quelle militari, ma devo chiarire che sono cresciuta in una famiglia di militari da generazioni. Ed ecco una seconda frase di mia interpretazione della seconda lettera perchè è tutta la sera che spariscono le parole che scrivo: Questa che trascriverò è una seconda lettera particolarmente chiarificatrice di come era la vita di quei militari che sceglievano di andare in missione in Africa, e penso come sia simile alla vita, ai disagi e ai pericoli che devono affrontare i soldati italiani che scelgono di essere mandati nelle odierne missioni di guerra alle quali l'Italia deve o decide di partecipare.

Caro....., dopo moltissimo tempo mi ricordo di Te, e certamente ti meraviglierai altissimamente di ricevere questa mia. Mi devi perdonare di cuore se ti ho dimenticato per così lungo tempo. Durante l'ultimo anno e mezzo ho passato e trascorso una vitaccia da cani. Sono stato con le truppe coloniali ed ho partecipato alle operazioni di polizia coloniale contro i ribelli che infestavano l'Impero. Il guadagno che ho ottenuto facendo quella vitaccia è stato buono, ed ora te lo enumero.
1°) Mi sono preso una potente e solenne malaria, che mi ha lasciato mezzo morto per parecchio tempo.
2°) Mi sono guadagnato una pallottola in una gamba che fortunatamente non ha lasciato tracce al suo seguito dopo la guarigione.
Come vedi ho guadagnato assai stando in colonia ed andando a fare l'eroe della fifa con le truppe coloniali.
Ora mi trovo in Addis Abeba dove mi hanno trasferito di autoriyà e dove mi trovo benissimo. Presto servizio al Gabinetto di S.A.R. il Vice Re Ufficio Cifra. Posso dire di non fare nulla. Lavoro sei ore al giorno, e durante le altre ore sono libero cittadino. Presto servizio in borghese e da questo puoi dedurre come posso stare adesso.
In questi giorni ho trovato in Addis Abeba il nostro beneamato....che si trova nella milizia con il grado di aiutante, corrispondente al grado di Maresciallo ordinario nell'Esercito. Presta servizio allo Stato Maggiore e ci vediamo di frequente e  perliamo sempre di te.
Spero che risponderai a questa mia e mi racconterai quello che succede al nostro vecchio Reggimento, che ricordo sempre con piacere quantunque non sia più un Fante ma bensì un Artigliere.
Per ora in licenza non ci posso andare perchè prima voglio risolvere la mia posizione militare che ancora non è chiara.
Prevedo di andarci verso la fine dell'anno venturo o il principio del '41.
Ad ogni modo, se vai a Milano qualche volta, ti sarei grato se vai a trovare  la mia cara Mamma, che sono sicuro che ti riceverà con immenso piacere quando saprà che sei stato un mio superiore ed un mio compagno poi. Il mio indirizzo di Milano è il seguente: ...........
Non vi sto a descrivere come è fatta la città di Addis Abeba perchè è tempo sprecato. Ancora non ci capisco nulla. La città non è ancora delineata e si trova allo stato negussita. Sono in corso lavori per la costruzione della nuova città italiana, ma ci vuole ancora assai tempo prima che si possa vedere e giudicare qualche cosa. Ora ti lascio con la preghiera di porgere i miei rispettosi ossequi alla Tua signora Madre ed i miei cordiali saluti a Tuo fratello. Da me ricevi mille cordiali saluti e mille pensieri cari. In attesa di un tuo scritto credimi sono il tuo  aff/mo amico..............
Il mio nuovo indirizzo è il seguente.
Governo Generale dell'A.O.I.
Gabinetto Vicereale
Ufficio Cifra
Addis Abeba

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