martedì 31 agosto 2010

Sogni di una ragazzina bilancio di una vita

E’ vero, da ragazzina ero solo un maschiaccio! Non posso negarlo! Forse lo sono ancora adesso! Ma dentro al mio cuore sognavo solo di innamorarmi perdutamente e per sempre come una fanciulla cresciuta nell’800, proprio come sognavano tutte le altre adolescenti!
Avrei voluto vivere sotto una campana di vetro e non dovermi occupare delle cose pratiche, materiali, fiscali della vita; non avrei voluto essere obbligata a rispolverare vecchie nozioni di diritto o ragioneria o computisteria o matematica finanziaria per tentare di uscire da “coni d’ombra” dove ero finita sul lavoro o per difendermi da situazioni certamente non volute da me!
Avrei voluto che qualcuno si accorgesse di me sul piano affettivo senza dover elemosinare affetto, ascolto, comprensione che da parte mia ho dato con sincero entusiasmo, partecipazione e forse ingenua credulità e che un giorno tutto ciò potesse essere ricambiato!
Questo nei confronti di pochissime persone: lo strettissimo cerchio familiare, parentale e pochissime amiche. Tutti quanti, parenti ed amici, memorizzati in 20 numeri telefonici sul mio cellulare.
Tutta qui la mia vita!
Forse ho un “Piccolo Cuore” che ha poca capienza! Stimo ed ammiro il grande, Grandissimo Cuore” di Madre Teresa di Calcutta! Senz’altro lei ha dato più felicità a tanti esseri umani e lei stessa si sarà sentita realizzata!
Forse nascono altri esseri umani simili a me. Persone la cui “voce”, come la mia, non viene mai sentita, come se il mio punto di vista fosse espresso in “marziano”. Devo sperare che questa macchinetta magica, che faticosamente imparo, oltre a Word, abbia incorporato un traduttore simultaneo e che le mie parole diventino comprensibili.
Possibile che io sia nata solo con “doveri”? Doveri che ho svolto senza sentirli tali! Lo dimostrano tutte le lettere che ho trovato recentemente, perché conservate dai miei genitori , che scrivevo da ragazzina e da giovane donna, alle nonne, alle zie ed agli zii che poi correvo a trovare quando tornavo dalle colonie o dalle gare di atletica per raccontare loro tutto quello che era successo e poi ascoltare i loro commenti ed i loro ricordi! Di seguito, passati gli anni, nelle visite mi accompagnavano i miei bambini che portavano sorrisi e scompiglio gioioso.
Perché nei miei confronti c’è tanto silenzio? A cosa devo questo incomprensibile comportamento? Chi mi sta creando questo deserto? Per quale misterioso motivo? Oppure……..per quale secondo fine?
Sono consapevole che in aggiunta al mio parlare “marziano” sono particolarmente sensibile e fragile, comunque ormai inserita a pieno titolo nella vecchiaia e quindi…….Pensionata Arrabbiata……..!!!

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