giovedì 19 luglio 2012
IN MEMORIA DELLA MAMMA-3D Video & Map Val Gardena - Gröden
-SUL CIGLIO DI UN BURRONE-
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N.B. Il video di questo Post non è quello creato da mia figlia; per vedere quello originale con le scritte del mio testo che scorrono, bisogna scegliere il Post successivo. ---------------------------------------------------------------------------------- Nella vita, capita più o meno a tutti, di trovarsi d'improvviso, a causa di alterne fortune, sul ciglio di un burrone, correndo il rischio di precipitare in un disastro totale.
Spaventati si chiede aiuto agli amici di sempre, ai parenti, anche solo per un consiglio, per avere ascolto o semplicemente conforto. Sovente, attorno a chi cade in disgrazia si crea il vuoto, il deserto, ma.....in questi frangenti, c'è chi non si tira indietro e tende la mano per trarre in salvo chi è in pericolo: questi sono i genitori, la madre in particolare, che come donna è più intuitiva, sensibile e longeva.
Poi gli anni passano e le parti si invertono. Così, inevitabilmente, sono i genitori, ormai invecchiati, non più completamente autonomi, che hanno bisogno di essere aiutati, capiti, sorretti, e, a volte, accompagnati nell'ultimo tratto della vita. Tutto ciò, a me, è successo di recente. Da poche settimane mia madre non c'è più. A nulla sono valsi i miei tentativi di invogliarla ad alimentarsi, magari usando un cucchiaio più piccolo, proprio quello che usavo per i miei bambini, suoi nipotini, inventando battute ed esclamazioni gioiose se lei cedeva alle mie insistenze.
Quando poi non si è alzata più dal letto, con tutta la mia costanza e forza di volontà, ho tentato di trattenerla legata a me e alla vita, stringendole la mano notte e giorno. Stretta ricambiata da lei e accompagnata, a volte, da un sorriso o un brillio degli occhi ancora attenti e vispi. Ma la stretta si è fatta, di giorno in giorno sempre più debole.
Cosa mi ha aiutato in giorni tanto faticosi, lunghi e tristi? Sono stata aiutata da tutto il personale dell'Istituto per Anziani dove la mamma era ricoverata da 6 anni. In tutti questi anni la mamma ha vissuto in un ambiente confortevole, luminoiso, ben organizzato e, soprattutto, accudita da persone preparate, efficienti, pazienti e capaci di gesti e parole affettuose e premurose. Tutto questo, non solo per dovere, ma anche per una propensione innata per questo lavoro tanto delicato.Ho potuto stare vicino alla mamma anche di notte, su una sdraio messami a disposizione dalle infermiere, tenerle stretta la mano tutto il tempo possibile, anche perchè, se mi vinceva il sonno, era la mamma stessa che cercava la mia mano. E' stato un conforto, in piena notte, ogni 3 ore, sentire arrivare il carrello delle infermiere per il giro di controllo in tutte le stanze e, mentre io ne uscivo, loro si prendevano cura della mamma, cambiandola tutta e somministrando le medicine.
Ecco, io ho fatto tutto quello che potevo ma mi resta il dubbio di non aver fatto abbastanza. Le assistenti, le infermiere, i fisioterapisti, le animatrici, i dottori, i responsabili della struttura, hanno fatto tutto quanto era possibile fare, per trattenere in vita questa mia mamma che non volevo che mi lasciasse. Il mio grande dispiacere è alleviato dalla certezza, vissuta di persona, che tutti l'hanno curata con impegno, affetto e pazienza.
Queste mie parole, scritte in piena notte e ricopiate ora, vogliono essere un ringraziamento a tutto il personale dell'istituto dove era ricoverata la mia mamma e dell'Ente cittadino che gestisce la cura delle persone anziane e delle persone disabili, con umanità e totale impegno.
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