giovedì 25 novembre 2010
Tre canzoni sentite oggi guidando
Oggi guidando ho sentito queste tre canzoni che mi sono piaciute.
Le condivido volentieri con i miei "tre gatti" affezionati lettori.
Le condivido volentieri con i miei "tre gatti" affezionati lettori.
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giovedì 18 novembre 2010
UNITÀ D'ITALIA - CONFERENZA DEL 13 NOVEMBRE
Da bambina, a 8 anni, ho avuto i miei primi due innamoramenti. Non si tratta di resoconti erotici di giovani donne, come, purtroppo, siamo costretti a sorbirci da un po' di tempo e, di seguito, a sorbirci chi giustifica questi comportamenti perché, sembra, che per vincere lo stress da lavoro, sia la cura o lo svago migliore negli alti vertici! De gustibus non disputandum est! Direbbero i latini.
Proseguo con le mie confidenze.
Il mio primo innamoramento l’ho avuto a 8 anni nei confronti di un tenore che si chiamava Mario Lanza e che interpretava film musicali americani che mi estasiavano e che mi facevano sognare crociere che sono rimaste sogni e ridicoli giuramenti di viaggi in terre lontane mai realizzati. Mario Lanza, purtroppo, è morto molto giovane in un incidente.
L’altro innamoramento l’ho avuto per la Storia, che quell’anno incominciavo a studiare, perché mi sembrava una favola infinita. STORIA che ho amato ancora di più quando in terza ragioneria ci è stata assegnata una nuova giovane professoressa di lettere. Alla prima lezione aveva introdotto la materia dicendo alla classe – pretenderò da voi le date ed i nomi ma ancora di più che capiate il contesto storico! – Queste parole mi hanno accompagnato per tutta la vita ed insegnato a leggere i fatti di storia ed anche quelli della politica attuale, che un giorno diventerà STORIA, con il mio senso critico e non con il lavaggio del cervello che ci fanno molte televisioni o giornali (che poi, si può sapere di chi sono tante…tante di queste televisioni e giornali??).
Questo preambolo per dichiarare che sabato pomeriggio, all’Auditorium della Fondazione, ho ascoltato la conferenza (o lezione di Storia) più interessante mai sentita in vita mia tenuta dal Prof. Philippe Daverio sulla nascita della nostra Nazione Unita a partire da metà Ottocento. L’ho ascoltata,più che come una conferenza, come una piacevole, affascinante, coltissima conversazione con una persona che bisognava solo ascoltare, senza interrompere, tante erano le notizie e nozioni che trasmetteva con ragionamenti che seguivano un filo logico senza mai una esitazione, un inciampo o una ripetizione.
Una delle prime frasi che mi hanno colpito è l’affermazione che dopo 150 anni dall’Unità d’Italia si può raccontare la Storia di quell’evento in modo più veritiero rispetto a ciò che, da allora, è stato scritto e fatto studiare. Secondo me, questo studioso, ha una così grande lucidità di ragionamento che, quello, non è l’unico periodo che è in grado di analizzare in modo scevro da condizionamenti politici, ma può analizzare e farlo fare a noi tutti, i successivi 150 anni, compresi quelli che viviamo attualmente.
Avrei voluto chiedergli conferma di cose lette o sentite raccontare da mio padre che le aveva apprese dal suo. Il nonno era un Maresciallo dei Carabinieri nato nel 1868 a Napoli da famiglia di tradizioni militari quindi tutti militari Borbonici. Non ho avuto l’ardire di fare domande perché non posso forzare il mio carattere, estremamente timido, più di tanto.
Per un attimo ho avuto una visione che ora stenterò a esporre in parole e sembrerà lunga, contorta e forse poco comprensibile. Non ero nell’epoca attuale ma nell’oscuro medioevo. Non ero nell’Auditorium della Fondazione ma in un isolato convento dove monaci esperti nell’arte dello scrivere, insegnavano a giovani impegnati ed entusiasti della missione assegnata, a ricopiare antichi testi perché non andassero persi e distrutti e l’umanità, risollevata dalle tenebre, ritrovasse l’antico sapere, le antiche leggi e la civiltà perduta. Io ho interpretato anche questo nelle parole del Prof.Daverio ed avrei voluto continuare ad ascoltare, imparare e capire.
Sul tema dell’Unità d’Italia, la Fondazione ha programmato nei prossimi mesi altri quattro incontri ed io spero di assistere a tutti e quattro e lo consiglio a tutti i miei concittadini. Oggi, invece, andrò alla Banca di Piacenza alla conferenza sul Monachesimo Benedettino. Chissà, forse diventerò, anche se in età matura, una donna acculturata……pardon……, un essere umano acculturato. Al giorno d’oggi il sostantivo femminile, donna, certe persone stanno tentando di svilirlo al concetto di …femmina…. e basta.
Forse queste istituzioni private e cito anche il suo giornale e la sua televisione, cercano di darci una cultura che altri tentano di sostituire con banalità, o peggio, cattivi comportamenti, o peggio, istillando nei giovani il concetto che i fini primari della vita sono il proprio piacere e l’arricchimento veloce anche se a scapito della propria dignità ed onestà.
Quindi concludo ringraziando la Fondazione che offre alla cittadinanza Arte e Cultura, ad un livello di comprensione e di soddisfazione ,adatto a tutti. Arte e Cultura sono ciò che può salvare le genti dallo imbarbarimento.
Avrei un suggerimento ed una preghiera: perché non vengono registrate certe conferenze? Io avrei voluto la registrazione della splendida conferenza del prof.Daverio , così avrei potuto farla ascoltare ai miei figli e a quelle poche persone che conosco e che non erano presenti. Oppure in alternativa, sarebbe possibile portare un piccolo registratore personale? Non vorrei fosse una cosa proibita. Comunque, secondo me, la Fondazione dovrebbe farsi un archivio proprio di tutte le belle cose che realizza. Forse esiste già e dico solo cose scontate.
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MADAMA BUTTERFLY
Ieri sera ho assistito alla Conferenza-Concerto sull’esotico nel Melodramma e precisamente in Madama Butterfly di Giacomo Puccini.
La conferenza era tenuta dal Maestro Vito Lombardi che io sentivo per la prima volta e che ho trovato straordinario per chiarezza e simpatia.
Praticamente ci ha riassunto il melodramma ma insegnandoci , a noi profani, la differenza sostanziale della musica occidentale da quella orientale dove, chi ascolta, non ama, per cultura e tradizione, i mezzi toni ed ecco perché quelle musiche hanno caratteristiche che le differenziano dalle nostre.
Nello stesso tempo, presentandoci gli interpreti con pochi, chiari aggettivi ci indicava i caratteri dei personaggi che le stesse note del compositore e le parole dei librettisti cantate dai due interpreti giovani e già bravissimi (Giulia Lee, soprano – Stefano La Colla,tenore) confermavano.
Giulia Lee, orientale come dice il suo cognome, dolce e timida ma con una voce squillante ed armoniosa nello stesso tempo. Stefano La Colle, giovane tenore con estensione di voce intensa, chiara e potente allo stesso tempo, sempre presentato dal Maestro, nell’introdurlo, con disapprovazione per il suo carattere (del personaggio) sempre e solo alla ricerca del proprio piacere e soddisfazione quindi insensibile al vero e profondo amore di questa giovanissima donna che lo attenderà fiduciosa per tre anni.
Quando il tenente Pinkerton, dopo tre anni, ritornerà in Giappone, sposato ad una donna del suo paese e deciso a portare con se, in America, il bimbo nato dal suo finto matrimonio con Buttrefly, a quel punto, Butterfly decide di fare hara-kiri su di se, usando la spada di suo padre dove è incisa la frase: PER MORIRE CON ONORE QUANDO NON SI PUO’ VIVERE CON ONORE.
Sono così trascorse due ore, senza che quasi me ne accorgessi, tra una spiegazione del Maestro , le più belle romanze dell’opera e i migliori duetti ed anche, su invito ed insistenza del Maestro, la nostra partecipazione al coro muto dell’opera che è veramente commovente e dolcissimo.
Avrei un suggerimento da proporre, ma non so a chi di preciso. Perché questi spettacoli, queste preparazioni all’ascolto ed alla comprensione di un Opera non vengono riprese da un operatore televisivo? Proprio nella loro semplicità, spontaneità e freschezza. Poi potrebbero essere proiettate nelle scuole elementari, medie e superiori.
Le ragazze e le adolescenti imparerebbero che esistono parole come: DEDIZIONE-DIGNITA’-ONORE. Gli esempi che ricevono dalle televisioni contemporanee non sarebbero solo di giovani donne che cercano sempre la via più facile, per ottenere tutto nel tempo più breve possibile e senza impegno e sacrifici.
I ragazzi e gli adolescenti smetterebbero di passarsi voce , trasmesso anche di generazione in generazione fin dalla notte dei tempi, che si ha più valore e prestigio più ragazze si conquistano e si fanno soffrire.
Naturalmente so che non tutti i ragazzi e le ragazze sono così superficiali ma la serietà, l’impegno, il rispetto reciproco stanno diventando merce rara. Ormai tutti devono ammettere che le TV non insegnano più certi valori. Sono lontani i tempi, ai primordi delle trasmissioni, quando a 13 anni ho visto sceneggiati che forse pochi ricorderanno, intitolati: TESSA LA NINFA FEDELE ed un altro che tanto mi aveva suggestionato : L’EREDITIERA. Avevo così giurato a me stessa che da grande sarei stata premurosa come Tessa, per sempre; ma dopo poco avevo cambiato giuramento e volevo diventare piena di dignità ma implacabile come l’Ereditiera. Qualche cosa di quei giuramenti è rimasto.
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CLIMA INCANDESCENTE SUI TEMI DEL LAVORO
Ho letto e riletto l’intervento del Presidente della Provincia, sulla quotidiano locale di oggi 15-10-10. Devo dire che l’introduzione al problema del clima incandescente di questi mesi difficili, ormai anni difficili, e dei cinque attentati alla CISL, è ineccepibile e ben argomentata.
La parte centrale sviscera quelli che sono i problemi di certi cambiamenti, che sembrano inevitabili, per uscire da vecchie ideologie.
La conclusione è l’apoteosi delle speranze di ogni essere umano di un lavoro e di una vita –DEGNA-
Però, devo dire, che non c’è un’indicazione approssimativa o vaga di come realizzare il bilanciamento di tante necessità del genere umano. Credo di leggere fra le righe un garbato monito nei confronti dei sindacati o un’indicazione di obbiettivi da raggiungere.
Mi trovo d’accordo con lui ma devo anche evidenziare la frase pronunciata ieri da Epifani che ha affermato: nel -caso Piacenza-, i problemi sono stati affrontati con rigore e trasparenza e adesso bisogna voltare pagina! Sta bene!! Ma di giorno in giorno si passa da uno scandalo all’altro e noi cittadini dobbiamo sempre voltare pagina!
Devo dire che dopo quasi 70 anni di vita sono stufa marcia (come dicevo a 15 anni) di intrallazzi e scandali vari quasi quotidiani!
Nella conclusione del Presidente della Provincia, per lavoro degno si intende che,tra le altre cose, dia una giusta pensione.
Come lavoratrice per 40 anni, in pensione da 10, devo dire che la pensione ha ridotto il suo potere d’acquisto in modo notevole e questa affermazione è condivisa da molte pensionate con le quali parlo. Giornalmente, noi pensionati riduciamo le nostre spese, ci immeschiniamo in risparmi sempre più esasperati rinunciando anche alla nostra dignità! Per i nostri figli la vecchiaia si prospetta anche più difficile salvo che per una certa CASTA.
Ho letto recentemente una citazione di Johann Wolfgang Goethe che recita: Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia e se possibile, dire qualche parola ragionevole. Mi viene istintivo e dal cuore aggiungere che è proprio una bellissima citazione ma, se possibile, andrebbe incisa nella pietra in diversi centri di potere. Ad esempio. Senato, Parlamento, Palazzo del Governo, Confindustria, Multinazionali varie, Uffici di Top Manager ecc… ecc…
Un’altra frase che mi ha colpito moltissimo è scritta da Roberto Saviano e dice: La disperazione più grande è il dubbio che vivere onestamente sia inutile! Però nel mio essere –NESSUNO- il dubbio è diventato certezza ma sono altrettanto certa che se vivessi una seconda vita la vivrei ancora onestamente. Di come gli altri hanno vissuto la loro non m’importa più niente e nel mio cuore li DISPREZZO non solo per la loro disonestà ma anche per l’indifferenza e l’egoismo nei confronti dei loro simili!
Se poi,come dice George Orwell: Nel tempo della bugia e dell’inganno,dire la verità è un atto rivoluzionario. E’ vero, Orwell ha ragione ma è un atto rivoluzionario solo verbale! A questo punto devo confessare che sono stufa di rivoluzioni solo verbali! Vorrei partecipare ad una vera rivoluzione……ma non vorrei feriti…..ovvero mi basterebbe ferire con la tastiera e word!
Lo capisco da sola che sono diventata polemica, collerica ed intrattabile ma, dato che ho l’impressione di avere a disposizione poco tempo prima del lungo viaggio definitivo, voglio far sentire la mia voce, mai ascoltata, tirare calci anche quando sarò in un letto o mi caleranno nella fossa, così come tiravo calci a quell’unico ragazzo che a 14 anni, quando ero ancora un maschiaccio, tirandomi le lunghe trecce, sperava di rubarmi un bacio.
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